Sono l’Andre Agassi della radiofonia… Insicuro, galleggio su buoni risultati senza sfondare… Come lui, stessi torpori dell’emotività, stesse insicurezze prima di una gara. Ho letto la bio del tennista recentemente (Open – Einaudi)… Mi rispecchio nel racconto della parte intermedia della sua carriera. Aveva un buon gioco, ma non entusiasmava. Certo faceva parlare un po’ di se, ma la classifica lo poneva in una situazione di forte critica da parte dei commentatori.
È la tensione dello sportivo, o l’inaffidabilità del genio, che sbuca fuori solo quando può sguazzare nell’indisciplina e nella totale libertà, a fare la differenza?
Mi chiedo sempre cosa prova un ragazzo che va alle olimpiadi dopo essersi allenato per anni… Prendiamo i tuffi, si un tuffatore rende l’idea. Passa la vita a salire e buttarsi dal trampolino: fa migliaia di tuffi perfetti e migliaia di tuffi pessimi. Poi, in trenta secondi, deve giocarsi tutto… Mentre si prepara, sul piano più alto della torre, con migliaia di occhi e televisori accesi su di lui, in punta al trampolino, se lo chiederà? Sarà uno di quelli buoni o di quelli brutti?
Sarà una bella prestazione o non lo sarà?
Mi sono allenato tanto, per me è un quesito naturale…
Comunque vi posso raccontare che la sensazione, durante le prove di Rds Academy, è come il rinnovo della patente: sei arrivato alla motorizzazione guidando, senza ferire, tamponare o uccidere qualcuno eppure, davanti ai segnali sulla lavagna, il significato di quei cartelli, non lo ricordi più!
Un giorno se volete vi parlo di come ho preso la patente… Datemi solo il tempo che la cosa vada in prescrizione 😉
In ogni caso, mai darsi per vinti! Andre docet…!